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HOME | BLOG | Ottimizzare l’elaborazione dei dati IoT: il ruolo chiave di Fog, Edge e Cloud Computing

Cloud Computing, Fog ed Edge: la risposta all’esplosione dei dati nell’era IoT

La gestione dei dati IoT è sempre più complessa: ecco come Fog, Edge e Cloud Computing ottimizzano il flusso e l’elaborazione dei dati, offrendo soluzioni scalabili e veloci.

Negli ultimi anni, l’Internet of Things (IoT) ha rivoluzionato il panorama tecnologico, trasformando oggetti ordinari in dispositivi intelligenti, capaci di generare e analizzare enormi quantità di dati in tempo reale. Sensori, telecamere smart, dispositivi indossabili e sistemi di automazione generano una quantità di informazioni mai vista prima, spingendo le aziende a ripensare completamente il modo in cui gestiscono e sfruttano questi dati. Negli ultimi anni l’adozione del Cloud Computing da parte delle imprese europee ha registrato una crescita significativa. Secondo dati Eurostat, nel 2023 il 45,2% delle imprese dell’UE ha acquistato servizi di Cloud Computing, segnando un aumento di 4,2 punti percentuali rispetto al 2021. Questo incremento è ancora più evidente tra le grandi imprese: il 77,6% ha dichiarato di utilizzare servizi Cloud nel 2023, con un aumento di 6 punti percentuali rispetto al 2021.
Per far fronte alla crescita della mole di dati da gestire, molte realtà hanno quindi abbandonato i software tradizionali on-premise in favore del Cloud Computing, una tecnologia che non solo consente di archiviare dati su larga scala, ma offre anche una potenza computazionale estremamente elevata.

Quando si parla di Cloud Computing, la percezione comune è quella di un “magazzino virtuale” per i dati, ma la realtà è molto più articolata.

Il Cloud non è soltanto uno spazio utile all’archiviazione dei dati: è un sistema avanzato che permette di spostare il carico computazionale dai dispositivi locali a Data Center remoti. In questo modo, operazioni complesse che prima venivano gestite direttamente sui device, possono essere eseguite su infrastrutture gestite da provider Cloud leader del settore, come Amazon Web Services, Microsoft Azure e Google Cloud.
Cloud Computing significa, letteralmente, “calcolo su nuvola”: un nome che richiama l’idea di un sistema informatico distribuito e accessibile attraverso Internet, che dà quindi la possibilità di usufruire di risorse informatiche – come server, archiviazione, applicazioni e strumenti di elaborazione – senza che siano fisicamente presenti.

Le risorse Cloud sono disponibili in ogni momento e da qualsiasi luogo: per accedervi, basta disporre di una connessione Internet.

Questa decentralizzazione nasce dalla necessità di gestire i Big Data: i dati generati quotidianamente dai dispositivi sono così voluminosi e complessi che elaborarli con risorse tradizionali sarebbe impensabile. Il Cloud Computing consente di superare questo limite, offrendo risorse scalabili, che permettono alle aziende di adattarsi alle esigenze operative senza dover investire in costosi aggiornamenti hardware per aumentare di volta in volta la potenza di calcolo o la capacità di archiviazione dei dispositivi. Le risorse Cloud, infatti, possono essere facilmente adattate alle necessità specifiche del momento, poiché consentono alle aziende di scalare rapidamente in risposta a picchi di lavoro o necessità di elaborazione intensiva.

La vera forza del Cloud Computing risiede proprio nella sua capacità di offrire risorse informatiche altamente flessibili, che consentono alle imprese di gestire i dati in modo più efficiente e di ottimizzare i costi operativi.

Per comprendere meglio le potenzialità di questa tecnologia, è utile esplorare le principali soluzioni offerte:
– Infrastructure as a Service (IaaS): è un servizio che garantisce l’accesso a risorse di base, come server, storage e rete, che gli utenti possono configurare e gestire autonomamente.
– Platform as a Service (PaaS): si tratta di un servizio che mette a disposizione piattaforme di elaborazione e ambienti di sviluppo completi. Grazie agli strumenti offerti, le aziende possono sviluppare, testare, implementare e gestire applicazioni senza doversi preoccupare della complessità e dei costi legati all’acquisto e alla gestione dell’hardware o del software di base.
– Software as a Service (SaaS): è un modello che consente di accedere a software applicativi tramite Internet, senza necessità di installarli o gestirli localmente. Questo spostamento verso l’esterno evidenzia un cambiamento significativo: anche i software stanno progressivamente migrando verso infrastrutture remote, accessibili solo tramite una connessione Internet.

Nonostante i numerosi vantaggi, il Cloud Computing presenta alcuni limiti significativi, soprattutto quando si tratta di applicazioni che devono essere in grado di prendere decisioni istantanee o di effettuare operazioni in tempo reale.
La natura stessa di questa tecnologia, infatti, implica che i dati debbano essere trasmessi a server remoti per essere elaborati. Anche se minimi, i ritardi che questo processo può causare sono spesso incompatibili con le necessità di molte applicazioni IoT. Nel caso di un’auto a guida autonoma, ad esempio, il dispositivo deve necessariamente prendere decisioni immediate sulla base dei dati raccolti dai sensori. In contesti simili, anche una latenza di pochi secondi può risultare critica e mettere a rischio la sicurezza del veicolo.

Per rispondere a queste esigenze, è necessario implementare soluzioni avanzate come il Fog Computing e l’Edge Computing, che avvicinano il calcolo e l’elaborazione alla fonte dei dati.

Questi due modelli hanno un obiettivo comune: ottimizzare le prestazioni di elaborazione dei dati e di risposta in tempo reale. Il Fog Computing, in particolare, rappresenta un livello intermedio tra i dispositivi e il Cloud: si basa su un sistema di calcolo distribuito in cui i dati vengono elaborati all’interno della rete locale o in prossimità della sorgente. Questo significa che, anziché trasferire tutte le informazioni ai Data Center remoti, le operazioni avvengono in nodi distribuiti all’interno della LAN o su gateway IoT. Tale approccio permette di ridurre la latenza, garantendo tempi di risposta più rapidi, e consente di effettuare un’analisi in tempo reale, migliorando l’efficienza delle applicazioni IoT.
L’Edge Computing si avvicina ulteriormente alla fonte, eseguendo il calcolo direttamente sui dispositivi stessi. In questo modo, la distanza che i dati devono percorrere viene drasticamente ridotta, così come il numero di passaggi necessari per elaborare le informazioni. Di conseguenza, le risposte vengono fornite in tempo reale, o comunque con tempi di latenza minimi. Questo approccio si rivela fondamentale in applicazioni come la robotica autonoma o i dispositivi medici intelligenti, dove anche pochi millisecondi di ritardo possono creare delle problematiche reali.

La differenza principale tra Fog, Edge e Cloud Computing risiede nel luogo in cui avviene l’elaborazione dei dati.

Nel Cloud Computing, i dati vengono processati in Data Center remoti, spesso situati a migliaia di chilometri dalla fonte. Questa soluzione è ideale per gestire grandi volumi di informazioni ma è meno adatta alle applicazioni che richiedono tempi di risposta immediati. Il Fog Computing, invece, sfrutta nodi di elaborazione distribuiti nella rete locale, migliorando la velocità di analisi e riducendo i tempi di latenza. Infine, l’Edge Computing opera direttamente sui dispositivi, garantendo tempi di risposta rapidissimi ma limitando la capacità di gestire grandi quantità di dati rispetto al Cloud.

Mentre il Cloud Computing continua a rappresentare la soluzione ideale per la gestione dei Big Data, il Fog e l’Edge Computing emergono per colmare le lacune che il Cloud non riesce a soddisfare, specialmente in termini di latenza e sicurezza.

Sul fronte della sicurezza dei dati, infatti, il Cloud Computing presenta maggiori vulnerabilità, derivanti dal fatto che i dati devono attraversare molteplici reti e passaggi. In alcuni ambiti, come quello sanitario o industriale, potrebbero addirittura essere vietato l’uso di soluzioni Cloud, per motivi di privacy e normativa. Al contrario, il Fog Computing, grazie alla distribuzione dei nodi di elaborazione, rende più difficile la manipolazione dei dati, offrendo livelli superiori di protezione. Infine l’Edge Computing, che elabora i dati direttamente sui dispositivi, è ancora più sicuro, in quanto i dati non lasciano mai la sorgente e vengono processati in tempo reale, riducendo drasticamente il rischio di attacchi esterni.

Non solo sicurezza: le criticità da considerare sono anche altre, diverse nei tre tipi di soluzioni presentate.

Il modello del Cloud Computing presenta ad esempio delle criticità legate alla necessità di una connessione h24: richiede una connessione Internet stabile e continua e, se questa viene meno, l’accesso ai dati e alle risorse viene compromesso. Al contrario, sia il Fog che l’Edge Computing sono soluzioni più autonome, che non dipendono da una connessione continua a un Data Center remoto.
Un altro aspetto cruciale riguarda la dipendenza dai fornitori di servizi. Quando un’impresa affida i propri dati a un provider di servizi Cloud, diventa dipendente da quel fornitore. Cosa accadrebbe se il provider subisse un’interruzione del servizio o se venisse acquisito da un altro attore del settore? Da questo punto di vista, il Fog Computing permette di ridurre i rischi perché il calcolo avviene, almeno parzialmente, all’interno della rete locale e i dati vengono distribuiti tra diversi nodi, creando una maggiore resilienza contro possibili disservizi.
Oltre agli aspetti legati alla sicurezza, è poi fondamentale considerare anche le implicazioni etiche e socioeconomiche che derivano dall’adozione di questi modelli di calcolo distribuito. L’accessibilità alle tecnologie come il Cloud Computing non è uniforme a livello globale, e questo divario rischia di accentuare le disuguaglianze già esistenti tra i Paesi. Secondo dati Eurostat, nel 2023 la percentuale di imprese che ha acquistato servizi di Cloud Computing varia significativamente anche tra i Paesi europei. In Finlandia (78,3%), Svezia (71,6%), Danimarca (69,5%) e Malta (66,7%), più del 65% delle aziende ha adottato soluzioni di questo tipo. Al contrario, in Grecia (23,6%), Romania (18,4%) e Bulgaria (17,5%), meno di un’impresa su quattro utilizza servizi di Cloud Computing.

Cloud, Fog ed Edge Computing non sono modelli in competizione tra loro, ma rappresentano livelli complementari in un’architettura distribuita che può essere adattata a seconda delle esigenze specifiche.

Fog, Edge e Cloud Computing non si escludono a vicenda, ma possono coesistere in sistemi ibridi che sfruttano i punti di forza di ciascun modello. La loro coesistenza rappresenta una risposta versatile e scalabile alle diverse esigenze operative e tecnologiche delle imprese moderne. Il Cloud, con la sua capacità di gestire enormi volumi di dati e fornire analisi approfondite, rimane fondamentale per i processi complessi e a lungo termine. Tuttavia, il Fog e l’Edge Computing sono indispensabili in contesti che richiedono bassa latenza e decisioni immediate.

Questi modelli possono essere integrati come strati di un sistema distribuito: il Cloud Computing gestisce le elaborazioni su larga scala, il Fog opera a livello intermedio riducendo la latenza e l’Edge esegue i calcoli più vicini alla fonte dei dati.

Cloud, Fog ed Edge Computing trovano ad esempio un’applicazione strategica nelle Smart Grid, le reti elettriche intelligenti di nuova generazione progettate per garantire un sistema più efficiente, flessibile e sostenibile. A differenza delle infrastrutture tradizionali, caratterizzate da un flusso unidirezionale di energia e informazioni, le Smart Grid si basano su un flusso bidirezionale. Questo è possibile grazie all’integrazione di tecnologie IoT e sistemi avanzati di monitoraggio e controllo, che trasformano la rete in un sistema intelligente e cooperativo.
L’uso combinato di dispositivi IoT, WSAN (Wireless Sensor and Actuator Networks) e WAMS (Wide Area Measurement Systems), consente alle Smart Grid di monitorare costantemente le condizioni della rete per bilanciare in tempo reale domanda e offerta di energia. Questo processo garantisce non solo una riduzione degli sprechi, ma anche un’integrazione ottimale delle fonti rinnovabili, fondamentale per contribuire a un futuro energetico più sostenibile.
In questo contesto, le tecnologie di elaborazione distribuita, come il Fog e l’Edge Computing, giocano un ruolo cruciale. Grazie alla loro capacità di elaborare i dati localmente, direttamente nei nodi della rete, è possibile ridurre la latenza e migliorare la resilienza. Questo consente alle Smart Grid di rispondere in modo rapido e autonomo a eventuali variazioni, garantendo il corretto funzionamento della rete e la gestione efficiente dei dispositivi IoT connessi.

L’integrazione tra Cloud Computing, Fog ed Edge crea un ecosistema distribuito e flessibile, fondamentale per ottimizzare le performance delle Smart Grid e affrontare le sfide poste dall’IoT.

Cloud, Fog ed Edge Computing sono tecnologie complementari che rispondono in modo diverso alle sfide poste dall’esplosione dei dati generati dall’Internet of Things. L’integrazione di questi modelli all’interno di un sistema distribuito rappresenta la soluzione ideale per ottimizzare le prestazioni delle applicazioni IoT più avanzate e per aiutare le imprese ad affrontare in modo più agile e sicuro le sfide future legate alla gestione dei dati.